Wing Chun
non può essere donato,
deve essere imparato
Wing Chun non è qualcosa che si possa semplicemente trasmettere di mano in mano.
Non è un dono che qualcuno riceve e immediatamente possiede.
Non è un libro che apri e subito sai come fare.
Wing Chun è un processo, un cammino che devi percorrere da solo.
Wing Chun devi toccarlo, viverlo, provarlo molte volte e capirlo.
Il maestro può indicare la direzione, ma il cammino deve percorrerlo ogni allievo da sé.
Le informazioni, certo, si possono trasmettere.
L’insegnante può spiegare i principi, mostrare le tecniche, descrivere la postura corretta, il tempismo o mille altri dettagli.
Ma finché tutte queste informazioni non si uniscono nell’allenamento e non si trasformano in esperienza personale, restano solo parole vuote.
Senza comprensione, senza vissuto e senza la giusta pratica, non hanno alcun valore reale.
L’esperienza non si può trasmettere.
Se ne può parlare, la si può condividere, ma non basta.
Ognuno deve costruirla da sé – nel sudore, nella confusione, nella costante ricerca dell’equilibrio tra rilassamento e forza.
Ed è proprio lì, nel cuore dell’allenamento, tra le ripetizioni e gli errori, che nasce la vera comprensione.
Quando ci metti impegno e pazienza, inizi a sentire che, passo dopo passo, stai migliorando.
Wing Chun quindi non riguarda ciò che qualcuno ti dà, ma ciò che tu stesso riesci a prendere – attraverso il tuo impegno, la tua attenzione e il tuo tempo.
E quando un giorno sentirai che il corpo reagisce da solo, che nella tecnica non c’è né tensione inutile né movimento superfluo, capirai:
Wing Chun non si trasmette. Wing Chun si pratica e si vive.